Ma come si può votare PD?

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«Mais, si quelqu’un par hasard apprenait à la compagnie que j’étais Persan, j’entendais aussitôt autour de moi un bourdonnement: «Ah! ah! monsieur est Persan? C’est une chose bien extraordinaire! Comment peut-on être Persan?» (Montesquieu, Lettres persanes, XXX)

Mi veniva in mente in questo brano riportato da Leonardo Sciascia in “Come si può essere siciliani?” (pubblicato in Fatti diversi di storia letteraria e civile, Sellerio, 1989). Scrive poi Sciascia: “«Ma se qualcuno, per caso, comunica alla compagnia che io sono siciliano, subito sento intorno a me levarsi un mormorio: “Ah! ah! Il signore è siciliano? È una cosa davvero straordinaria! Come si può essere siciliano?”» Per concludere: “Sicché alla domanda: «Come si può essere siciliano? » Un siciliano può rispondere: «Con difficoltà».”

Mi riecheggiano in mente quelle parole in questi giorni, quando amici raziocinati e persone perbene, parlando di imminenti elezioni, si chiedono e mi chiedono “ma come si può votare PD?”

Già, come si può votare PD? Con difficoltà e con fatica, mi verrebbe da rispondere. Con la fatica che comporta ogni scelta che deve mettere insieme testa e viscere, intelligenza e passione, pessimismo della ragione e ottimismo della volontà.

Sulle questione europee (già, si vota per l’Europa!) addirittura sorvolerei: Martin Schultz, candidato del PSE, ha tutti requisiti per essere un buon presidente della commissione europea. E in Italia il PSE è il PD (a proposito: qualcuno ha capito i grillini al Parlamento europeo in quale gruppo andranno a finire?).

Il fatto vero, che ingarbuglia tutto, è che questa tornata elettorale avrà una fortissima valenza nazionale.

E su questo che bisogna avere le idee chiare. E io le mie scelte le ho fatte.
Penso che il voto al PD oggi sia un voto NECESSARIO per chiudere definitivamente la stagione del berlusconismo e per arginare scenari incombenti confusi, pericolosi e gravidi di incertezze. Bisogna archiviare – finalmente – il nefasto Ventennio e bloccare, finché siamo in tempo, la nuova, inquietante ricerca dell’Uomo Forte, che, solo al comando, tutto sa, tutto risolve, e che trae la sua forza dal fatto che “le canta chiare”.

E alle obiezioni possibili, in anticipo, rispondo: il problema primario non è Matteo Renzi, reputo il “renzismo” una fase necessaria e transitoria; e il PD – con i suoi mille limiti – comunque rimane un partito plurale e “non proprietario”.

Voterò convinto quindi PD ed esprimerò le mie preferenze nel collegio Nord Ovest per i tre candidati di “area Civati”, componente che più nitidamente oggi mi sembra esprimere la voglia di scelte chiare su temi come, per fare qualche esempio, la difesa della Costituzione, le riforme istituzionali e del sistema elettorale, la doverosa chiusura della stagione delle larghe intese, i diritti civili, l’uguaglianza, i nuovi saperi, le tematiche ambientali.

Perché bisogna ricominciare a ricostruire, con tenacia, passione e intelligenza.

Perché un futuro, questo bizzarro e articolato Paese, dovrà pur averlo.
O no?

[lillo garlisi]

[le mie tre preferenze andranno a Briano, Sinigaglia, Viotti, candidati nella lista PD collegio Nord Ovest]

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